Il recupero della CO2: la nuova frontiera
L’ultima frontiera del recupero e del riciclo si chiama Co2; la digestione anaerobica degli scarti di cucina, che avviene dentro i biodigestori, produce il biogas che è composto per il 60% di metano e per il 40% di Co2 (anidride carbonica) ed altri composti a base di zolfo e molecole che non possono essere presenti nel combustibile per autotrazione. Per arrivare a produrre il Biometano, è quindi necessario estrarre la Co2 e rendere il metano prodotto idoneo all’uso per i veicoli. Questo è esattamente quello che avviene nello stabilimento S.e.s.a. dove il biometano viene raffinato e diventa biometano, cioè combustibile ecologico che permette l’autotrazione dei mezzi di raccolta. Ma la Co2 raccolta è ancora riutilizzabile: attraverso un altro sofisticato procedimento, la Co2 diventa pura, e quindi utilizzabile anche per fini alimentari. Verrà infatti venduta nel mercato del food, per rendere gasate le bevande, dall’acqua minerale fino alla coca – cola che avranno quindi una componente ecologica al 100%. Il recupero della Co2 diventa di fatto l’ultimo tassello di una filiera che permette di non buttare nulla della frazione da scarti di cucina: la tecnologia S.e.s.a. riesce quindi a produrre energia elettrica, calore, compost, acqua, biometano e anche Co2 per fini alimentari grazie ad un processo all’avanguardia nel mondo.
“Siamo felici di questo ulteriore traguardo – spiega il presidente di S.e.s.a. Leonardo Renesto – che è stato reso possibile grazie al grande lavoro di ricerca ed innovazione svolto dai nostri tecnici e che l’azienda supporta con grande entusiasmo. I nostri nonni dicevano che del maiale non si butta via nulla, e questa è sempre stata la base della nostra cultura contadina, e quindi anche delle nostre origini.
Questa convinzione si sta ripetendo anche nella gestione dei processi produttivi. Il riciclo era nato inizialmente con l’obiettivo di recuperare materiali importanti come vetro, plastica, carta… la differenza è che S.e.s.a. tratta principalmente materiali poveri, come appunto lo scarto da cucina. E da questo riesce a ricavare energia pulita per illuminare le strade, scaldare gli edifici, far muovere i mezzi ed ora anche il necessario per rendere frizzanti le nostre bevande.
A ben pensarci, si tratta solo di accelerare ed incanalare un procedimento naturale, ma se ci guardiamo indietro, ci rendiamo conto che anche solo 15 anni fa tutto questo era difficile anche solo da immaginare.