Olimpiadi a Cortina, Stop allo Sliding Centre
OLIMPIADI A CORTINA, STOP ALLO SLIDING CENTRE
LEGAMBIENTE: BUONA NOTIZIA, FINALMENTE PREVALGONO BUON SENSO E PRINCIPIO DI SOSTENIBILITÀ.
Uno stop necessario, come quello già decretato per la pista di pattinaggio a Baselga di Pinè, che secondo l’associazione ambientalista aiuterà a ridurre l’impatto infrastrutturale sulla montagna
Ora vigilare su bonifica e ripristino ambientale della ex pista da bob eugenio monti di cortina, che non vanno abbandonati
Una buona notizia per Cortina e per i futuri giochi olimpici invernali del 2026. È questo il commento di Legambiente per quella che secondo gli ambientalisti appare essere una decisione di buon senso, anche se probabilmente dovuta in particolare ad impedimenti tecnici e temporali che hanno sospinto ulteriormente verso questa inattesa ma ineludibile decisione. Ora secondo l’associazione ambientalista sarà importante continuare a monitorare con attenzione gli interventi di adeguamento che verranno proposti per gli impianti esistenti all’estero che potrebbero ospitare le gare di bob, slittino e skeleton e vigilare sul prosieguo dei lavori di bonifica e ripristino ambientale della ex-pista da bob Eugenio Monti a Cortina, che non vanno abbandonati.
“L’Italia e il Veneto devono essere soddisfatti per questa positiva scelta – commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – che aiuterà a far riaccendere la credibilità del sistema valoriale del nostro Paese. Di fronte all’inevitabile analisi costi-benefici, stretti tra impatti antropici causati dalla nuova pista da bob e quelli direttamente connessi ai cambiamenti climatici, il Governo ha, seppur con grave ritardo, finalmente compreso quanto fosse un errore lasciare una così pesante eredità sulle spalle dei territori e delle casse pubbliche.”.
Secondo Legambiente infatti, condividere le future gare olimpiche di bob, slittino e skeleton con altre regioni alpine più legate a questo sport e dove tali impianti sono già esistenti e funzionanti, è una scelta che fa bene alla reputazione dell’Italia perché in linea con l’Agenda del CIO e con il contratto di assegnazione dei Giochi, attraverso il quale il nostro Paese si era impegnato a rispettare il fondamentale principio di sostenibilità ambientale, affrontandolo in sette articoli che riguardano, tra l’altro, le infrastrutture e i siti naturali, le risorse e la gestione dei materiali, la mobilità, le emissioni climalteranti nonché la stessa governance dei giochi olimpici.
“Per assolvere all’impegno di organizzare Olimpiadi pienamente rispettose di tale principio e per dimostrare che il nostro Paese è pienamente in grado di raggiungere l’obiettivo nonostante le cassandre di qualche imprenditore che non vuole rinunciare a fare BAU (business as usual), è dunque opportuno – conclude Lazzaro – prendere spunto da questo caso emblematico per migliorare il dialogo tra gli Enti responsabili dei giochi olimpici, le organizzazioni della società civile e il mondo delle imprese, per valutare per tempo la rilevante ricaduta sui territori degli effetti del complesso delle opere previste per lo svolgimento dei Giochi e per monitorare la loro corretta realizzazione. Un’occasione imperdibile per costruire soluzioni comuni a problemi ricorrenti, favorendo al contempo paradigmi condivisi da cui nemmeno i giochi invernali, nell’epoca della transizione ecologica, devono derogare.