Sul Piave tutti buoni i parametri monitorati ma attenzione al dissesto idrogeologico
Sul Piave tutti buoni i parametri monitorati ma attenzione al dissesto idrogeologico
Legambiente conferma il buono stato di salute chimico del fiume, sottolineando che ci sono delle criticità sotto il profilo morfologico
Si chiude sulle sponde del Piave la campagna itinerante “Operazione fiumi – Esplorare per custodire” 2025 che ha portato i volontari e le volontarie di Legambiente a monitorare lo stato di salute di 13 corsi d’acqua veneti: Po, Canalbianco, Brenta, Piovego, Brentella, Bacchiglione, Retrone, Fratta Gorzone, Sile, Dese, Livenza, Adige e Piave. Si conclude con la conferma dell’esito positivo, anche quest’anno, delle analisi chimiche condotte sul Piave, che non presentano criticità sul piano della depurazione né sul piano degli inquinanti come glifosate e pfas. “Operazione fiumi” è realizzata con il supporto tecnico di Arpav, il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo e con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali.
Sono 7 i punti di campionamento sul Piave scelti da Legambiente Veneto, con il supporto tecnico di Arpav: due in provincia di Belluno (capoluogo e Borgo Valbelluna), tre in provincia di Treviso (Nervesa della Battaglia, Ormelle e Salgareda) e due in provincia di Venezia (San Donà di Piave e Jesolo). Il racconto di questi monitoraggi avviene oggi, a Breda di Piave, dopo un laboratorio di citizen science aperto al pubblico dedicato al monitoraggio dei macroinvertebrati sul Musestre, affluente del Piave. Ad una platea di amministratori, giornalisti e cittadinanza, i volontari di Legambiente hanno confermato anche per quest’anno un buon stato di salute chimica del fiume, considerando però che l’indagine di Legambiente è una fotografia puntuale del momento di campionamento, ed è realizzata in modo da affiancare e integrare le indagini e i continui monitoraggi sui corsi d’acqua effettuati da Arpav stessa, restituendo ogni anno un quadro completo dello stato di salute dei bacini idrografici della regione in termini di sostanze inquinanti.
Un quadro che, anche quest’anno, si conferma positivo. Il fiume Piave infatti si attesta sopra la media della qualità dei fiumi del Veneto, con uno stato chimico definito “Buono” in tutti i corpi idrici fluviali monitorati, senza rilevare superamenti degli standard di qualità per le sostanze prioritarie e prioritarie pericolose, compreso il PFOS lineare onnipresente negli altri fiumi del Veneto. Il Piave e i suoi affluenti presentano un adeguato stato trofico legato alla presenza dei nutrienti, con un indice LIMeco elevato o buono in tutti i punti di monitoraggio della rete Arpav. Anche la qualità biologica ed ecosistemica risulta buona o elevata nel 67% dei punti monitorati. Le ragioni di questo stato di salute chimica soddisfacente vanno ricercate nella conformazione del bacino idrografico del Piave, che riceve il grosso dei contributi dalla zona del bellunese e scarsi in pianura, potendo così non risentire di contaminazioni diffuse dall’agricoltura, ne da pesanti insediamenti industriali.
Sotto il profilo della depurazione, le indagini condotte da Legambiente confermano una situazione buona, con concentrazioni di escherichia coli (gli indicatori di contaminazione di origine fecale) sostanzialmente variabili tra le 50 e 200 UFC/100mL a fronte del previsto limite allo scarico dei depuratori di 5000 (e pure abbondantemente sotto i 1000, segno di una buona qualità dell’acqua), confermando quindi una corretta depurazione, ovvero una buona capacità autodepurativa del fiume rispetto agli scarichi che riceve.
Di conseguenza, gli aspetti su cui concentrarsi per migliorare un stato di salute più complessivo del corso d’acqua sono altri: “Il fiume sta bene, motivo in più per valorizzarne gli aspetti ambientali, aumentando i livelli di protezione e opere di adattamento ai cambiamenti climatici” commenta Giulia Bacchiega, portavoce della campagna “Operazione fiumi” di Legambiente Veneto. “Per questo torniamo a ribadire i temi già proposti nella nostra lettera ufficiale ai comuni rivieraschi del Piave, inviata proprio da Legambiente Veneto nel lontano 2021. In particolare crediamo sia necessario proteggere il fiume e la biodiversità che lo attraversa, così come ripensare i modelli di sfruttamento idroelettrico e agricolo per evitare carenze idriche o eccessive portate che mettono a rischio la sicurezza delle popolazioni rivierasche. Per questo torniamo a chiedere, con ancora più urgenza visti i quattro anni ormai trascorsi, di rivedere la progettazione delle opere presenti e future lungo il percorso, con criteri per renderle ambientalmente sostenibili e al servizio della transizione ecologica. Serve inoltre uno stop al consumo di suolo lungo il fiume, indispensabile per mitigare gli effetti del rischio, ed occorre rafforzare le misure di vincolo con l’obiettivo di evitare l’insediamento di nuovi elementi in aree a rischio e pianificare interventi per la rinaturalizzazione delle golene”.
Sul tema delle opere di origine antropica lungo il corso del fiume torna anche Fausto Pozzobon, presidente di Legambiente Piavenire: “Come Circolo, siamo molto preoccupati per quel che riguarda il grave dissesto idrogeologico del nostro fiume, dove si continua a scavare e a rettificare il suo letto, difendendo le rive (e i vigneti che crescono a ridosso) con grossi massi che, in caso di morbida, saranno scalzati dalle correnti fluviali che tendono ad essere sempre più aggressive. Il nostro fiume non riesce a distribuire le sue acque in alta pianura, per cui assistiamo da anni a uno scivolamento a valle della Fascia delle Risorgive, con tratti di torrenti completamente a secco per tutto l’anno. Come Circolo stiamo lavorando per cercare di bloccare l’inesorabile colata di vigneti che azzera la grande biodiversità delle golene del nostro fiume e fa sparire le resistenti siepi rurali caratteristiche della nostra campagna coltivata”.
I punti cardine su cui si svolge l’operato di Legambiente sono da sempre la ricerca e l’analisi scientifica e un’intensa opera di informazione nei confronti della cittadinanza. I circoli di Legambiente del trevigiano stanno lavorando molto proprio sul ruolo importante che ricopre la cittadinanza, informando con incontri, iniziative e campagne informative le tematiche ambientali particolarmente emergenti. Inoltre, assieme alle altre associazioni ambientaliste del territorio, si sta portando gli stakeholder a considerare la possibilità di istituire un Contratto di fiume per la fascia delle risorgive, che tuteli appunto tutti i corsi d’acqua di risorgiva della Marca, da affiancare al già esistente Contratto di fiume del Piave.
Link di accesso alla cartella stampa con comunicato, fotografie, video e approfondimenti: )
Operazione Fiumi 2025 è una campagna di Legambiente Veneto realizzata con il supporto tecnico di ARPAV, con il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo, con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali. Nel 2025 i corsi d’acqua monitorati sono: Po, Canalbianco, Brenta, Piovego, Brentella, Bacchiglione, Retrone, Fratta Gorzone, Sile, Dese, Livenza, Adige e Piave.
Legambiente Veneto APS è un’associazione di volontariato di secondo livello che raggruppa, coordina, aiuta e rappresenta i circoli Legambiente presenti sul territorio regionale.
In particolare il coordinamento ha la finalità di favorire una società basata su un equilibrato rapporto umano-naturale, per un modello di sviluppo fondato sull’uso appropriato delle risorse naturali e umane e per la difesa dei consumatori e dell’ambiente; nonché di contrastare le scelte produttive e di consumo sbagliate perché attentano alla salute umana, perché inquinanti e nocive, perché provocano la distruzione di specie animali e vegetali, perché attentano al paesaggio e al patrimonio storico e culturale.
Tabella di sintesi dei dati raccolti sul Piave per la campagna “Operazione fiumi”
FIUME | LOCALITÀ – COMUNE | PROV. | Escherichia coli MPN/100ml | T (°C) | pH | CONDUCIBILITÀ uS/cm |
PIAVE | BELLUNO | BL | 187 | 11.6°C | 8.38 | 940 |
PIAVE | BORGO VALBELLUNA | BL | 228 | 12.4°C | 8.23 | 404 |
PIAVE | SUSEGANA | TV | 122 | 16.1°C | 7.90 | 400 |
PIAVE | MASERADA | TV | 63 | 17.1°C | 8.00 | 400 |
PIAVE | SALGAREDA | TV | 144 | 16.8°C | 8.04 | 412 |
PIAVE | SAN DONA’ DI PIAVE | VE | 63 | 17.9°C | 8.16 | 404 |
PIAVE | JESOLO | VE | 52 | 16.4°C | 8.12 | 2730 |
Nota: Si sottolinea che per gli escherichia coli quando si supera il valore indicato da ARPAV di 1000 (MPN/100ml) si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo, con 500 (MPN/100ml) il limite per la balneabilità delle acque, mentre quello consigliato allo scarico deve essere inferiore a 5000 (MPN/100ml). L’acqua potabile non presenta contaminazione da escherichia coli.
Dettagli scheda bacino idrografico fiume Piave 2024 di Arpav (mappa)*
Nota: SQA-MA = Standard di Qualità Ambientale – Media Annua del PFOS lineare espressi per semplicità di lettura in ng/L. L’SQA-MA è pari a 0,65 ng/L.
* La scheda completa si trova all’interno della cartella stampa digitale
Descrizione sostanze inquinanti
Escherichia Coli
Gli Escherichia Coli sono dei batteri che appartengono alla famiglia Enterobacteriaceae come i Coliformi fecali, ma a differenza di questi vivono in modo predominante nell’intestino umano e forniscono quindi indicazioni certe di contaminazione fecale derivante da scarichi fognari non depurati. Sono molto meno resistenti degli Enterococchi intestinali e il tempo di riduzione della popolazione presente in acque marine è risultato di meno di un giorno. Per questo motivo gli Escherichia Coli sono un sintomo nelle acque di una cattiva depurazione e di un inquinamento recente.
Un’acqua potabile non presenta contaminazione da escherichia.
Il limite per la balneabilità delle acque è di 500 unità batteriche MPN/100mL.
Il limite allo scarico di un depuratore è di 5000 unità batteriche MPN/100mL (D.Lgs 152/2006 – Testo Unico Ambientale).
Come limite per lo standard di qualità dell’acqua, ARPAV consiglia 1000 unità batteriche MPN/100mL, ma non è un limite normativo.
Glifosate
Il Glifosate è un erbicida (composto chimico di sintesi) ad ampio spettro di azione, che viene usato sistematicamente in agricoltura e vivaistica per eliminare le piante infestanti.
Questo pesticida ormai da una decina di danni ha un largo consumo e nei fiumi del Veneto è notevolmente presente insieme al suo composto di degradazione intermedio (AMPA), come riscontrato dai rilievi di ARPAV. Il valore limite di legge per le acque superficiali per il Glifosate è di 0,1 μg/L (microgrammi / litro).
Pfas
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi e impiegati su vasta scala ad esempio in tessuti, tappeti, pelli, schiume antincendio, contenitori per alimenti e detersivi.