Seconda tappa Operazione Fiumi Legambiente: elevata presenza di batteri fecali nel Brenta
Fontaniva, 18 maggio 2025 comunicato stampa
Legambiente: elevata presenza di batteri fecali nel Brenta
Questa mattina a Fontaniva seconda tappa di “Operazione fiumi”
per la presentazione dei dati della campagna regionale del cigno verde
Seconda tappa per la quinta edizione della campagna itinerante “Operazione fiumi – Esplorare per custodire”, realizzata con il supporto tecnico di ARPAV, il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo e con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali. Dopo il Po, sotto la lente d’ingrandimento di Legambiente finisce il Brenta, monitorato in sei punti: i livelli di escherichia coli (batteri fecali) risultano critici, anche a causa delle abbondanti piogge dell’ultimo periodo; preoccupante d’altro canto la gestione delle acque; sul tema Legambiente conferma il suo deciso “no” alla diga del Vanoi.
Dopo la prima data in Polesine, “Operazione fiumi” sbarca a Fontaniva, lungo il fiume Brenta. I primi risultati dei sette campionamenti svolti dai volontari e le volontarie di Legambiente lungo il suo corso (Bassano del Grappa, Fontaniva, Cartigliano, Cadoneghe, Vigonovo, Piove di Sacco e Chioggia) riguardano come sempre gli escherichia coli, ovvero i batteri fecali. Nello specifico, i campioni prelevati hanno evidenziato diverse criticità puntuali, non emerse nelle precedenti edizioni della campagna, probabilmente influenzate dalle abbondanti piogge avvenute nei giorni precedenti al campionamento. A Cadoneghe e a Piove di Sacco, per esempio, i valori registrati sono stati rispettivamente di 15.531 e 12.033 MPN/100ml, dunque si è superato rispettivamente di tre volte e del doppio il valore limite consigliato allo scarico di 5000 (MPN/100ml). Mentre a Fontaniva e alla foce di Chioggia, seppur entro il limite allo scarico, la concentrazione batterica rilevata è superiore di tre volte il valore di 1.000, consigliato da Arpav come indicatore di buona qualità delle acque interne. Nei punti campionati a Bassano del Grappa e a Cartigliano, invece, non sono stati riscontrati valori critici.
Si resta ancora in attesa per quanto riguarda i dati su glifosate e pfas, più complessi da rielaborare (saranno infatti pronti per fine anno). Tuttavia si segnala che l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpav) nel corso del 2024, lungo i corpi idrici fluviali del bacino idrografico del fiume Brenta, ha monitorato 26 stazioni per il monitoraggio della qualità chimica e 6 stazioni per il monitoraggio della qualità biologica; punti, questi, che sono diversi e dunque complementari ai sei indagati con “Operazione fiumi”. La fotografia scattata da Legambiente, infatti, non sostituisce i monitoraggi ufficiali ma si affianca alle indagini di Arpav che monitora con continuità i corsi d’acqua restituendo ogni anno un quadro completo dello stato di salute dei bacini idrografici della regione. Secondo Arpav, lo stato chimico è risultato Buono in tutti i corpi idrici monitorati tranne che in 2 corpi idrici del fiume Brenta, in cui sono stati rilevati superamenti della concentrazione media annua di pfos lineare dello Standard di Qualità Ambientale. Inoltre, tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati 6 superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa: 2 per AMPA (prodotto di degradazione del Glifosate), 1 caso di Metolachlor, Glifosate, Metolachlor ESA, Azoxystrobin. Il monitoraggio morfologico, condotto negli anni precedenti al 2024, ha evidenziato, in prevalenza, condizioni inferiori a Buono, in particolare sufficiente e scarso.
“Quest’anno i nostri campionamenti ci restituiscono concentrazioni di batteri fecali più elevate - dichiara Francesco Tosato, portavoce di “Operazione Fiumi” - evidenziando delle criticità forse dovute alle acque di dilavamento, contaminate da reflui zootecnici, probabilmente provocate dalle forti piogge nei giorni precedenti i prelievi. L’invito che rivolgiamo alle autorità competenti è di attenzionare il fenomeno individuando e risolvendo le cause di questi valori, che ci auguriamo siano solo un’anomalia che però potrebbe ripetersi considerato il contesto climatico mutato che prevede l’intensificarsi dei fenomeni estremi.
Restiamo in attesa di avere i risultati relativi ai nostri campionamenti per il Glifosate e i PFAS, ma intanto per quanto riguarda lo stato chimico del Brenta l’Agenzia regionale ci fornisce un quadro sui cui è doveroso prestare attenzione: erbicidi e pesticidi riscontrati diffusamente lungo il fiume, nonché superamenti degli standard di qualità relativamente ai Pfas, la cui presenza deve stimolare un’attenzione particolare da parte di tutti. Oltre alla qualità delle acque, un elemento di riflessione importante per il fiume Brenta rimane il miglioramento della condizione morfologica che potrebbe aiutare ad indirizzare la corretta gestione delle sue acque, da tutelare maggiormente, insieme all’intero ecosistema fluviale, per cui torniamo a sollecitare le amministrazioni locali e la Regione per l’avvio di un percorso per la realizzazione del Parco Regionale del Fiume Brenta”.
Proprio la gestione delle acque e l’adattamento ai cambiamenti climatici sono il tema centrale scelto per la campagna di quest’anno, per evidenziare la necessità di una costante ricerca di soluzioni per mitigare ma soprattutto per adattare le città e i territori a questi cambiamenti sempre più estremi e ricorrenti, in un’ottica di tutela della cittadinanza, insieme alle attività di prevenzione e di informazione destinate proprio alle persone che vivono l’ambiente veneto. Su questo insiste Franco Sarto, presidente del circolo Legambiente Alta Padovana: “Il problema strategico è la lenta ma continua riduzione della falda da cui si preleva l’acqua per il consumo umano per 1 milione e mezzo di persone del Veneto, ma soprattutto per l’agricoltura. Ci sono diversi progetti per rimettere l’acqua in falda, ma purtroppo restano prevalentemente sulla carta. Il principale modo per combattere i periodi di siccità sarebbe la creazione delle aree d’infiltrazione artificiali, ovvero aree di solito coltivate a piante d’alto fusto realizzate nella fascia di ricarica dell’alta pianura che vengono allagate in momenti d’abbondanza d’acqua: chiediamo che questo sistema venga finanziato e realizzato in maniera sistematica dalla Regione”.
Sempre a proposito della gestione delle risorse idriche, Legambiente torna ad esprimersi su un tema ancora oggetto di dibattito: la diga sul Vanoi. L’ipotesi della sua realizzazione per Legambiente resta irricevibile perché comporterebbe un’alterazione artificiale del regime idrico, aumentando il rischio di alluvioni e smottamenti, già amplificato dagli eventi estremi imputabili al cambiamento climatico. Su questo insiste ancora Francesco Tosato: “La gestione delle risorse idriche è cruciale per garantire sostenibilità ambientale, tutela della biodiversità e degli ecosistemi, sicurezza idraulica e disponibilità di acqua per l’agricoltura e le comunità locali. Anziché pensare a nuove dighe, occorre piuttosto attivare aree forestali di infiltrazione in falda delle acque e avviare nuovi percorsi che prevedano soluzioni basate sulla natura in grado di aiutare realmente a procedere verso una gestione sostenibile dell’acqua, che rispetti i fiumi e l’ecosistema fluviale”.
link alla cartella stampa con fotografie, video e approfondimenti
Operazione Fiumi 2025 è una campagna di Legambiente Veneto realizzata con il supporto tecnico di ARPAV, con il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo, con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali.
Legambiente Veneto APS è un’associazione di volontariato di secondo livello che raggruppa, coordina, aiuta e rappresenta i circoli Legambiente presenti sul territorio regionale.
In particolare il coordinamento ha la finalità di favorire una società basata su un equilibrato rapporto umano-naturale, per un modello di sviluppo fondato sull’uso appropriato delle risorse naturali e umane e per la difesa dei consumatori e dell’ambiente; nonché di contrastare le scelte produttive e di consumo sbagliate perché attentano alla salute umana, perché inquinanti e nocive, perché provocano la distruzione di specie animali e vegetali, perché attentano al paesaggio e al patrimonio storico e culturale.
Tabella di sintesi dei dati raccolti per la campagna “Operazione fiumi”
FIUME |
LOCALITÀ – COMUNE |
PROV. |
Escherichia coli MPN/100ml |
T (°C) |
pH |
CONDUCIBILITÀ uS/cm |
BRENTA |
BASSANO DEL GRAPPA |
VI |
504 |
10.8°C |
7,95 |
258 |
BRENTA |
FONTANIVA |
PD |
3873 |
11.2°C |
7,9 |
258 |
BRENTA |
CARTIGLIANO |
VI |
886 |
10,5°C |
7,91 |
247 |
BRENTA |
CADONEGHE |
PD |
15531 |
13°C |
7,74 |
299 |
BRENTA |
VIGONOVO |
PD |
nd |
14,4°C |
7,8 |
325 |
BRENTA |
PIOVE DI SACCO |
PD |
12033 |
13,4°C |
7,80 |
318 |
BRENTA |
CHIOGGIA |
VE |
3255 |
15,7°C |
7,72 |
785 |
Nota: Si sottolinea che per gli escherichia coli quando si supera il valore indicato da ARPAV di 1000 (MPN/100ml) si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo, con 500 (MPN/100ml) il limite per la balneabilità delle acque, mentre quello consigliato allo scarico deve essere inferiore a 5000 (MPN/100ml). L’acqua potabile non presenta contaminazione da escherichia coli.
Dettagli scheda bacino idrografico fiume Brenta 2024 di Arpav (tabella e mappa)
Nota: SQA-MA = Standard di Qualità Ambientale – Media Annua del PFOS lineare espressi per semplicità di lettura in ng/L. L’SQA-MA è pari a 0,65 ng/L.
Descrizione sostanze inquinanti
Escherichia Coli
Gli Escherichia Coli sono dei batteri che appartengono alla famiglia Enterobacteriaceae come i Coliformi fecali, ma a differenza di questi vivono in modo predominante nell’intestino umano e forniscono quindi indicazioni certe di contaminazione fecale derivante da scarichi fognari non depurati. Sono molto meno resistenti degli Enterococchi intestinali e il tempo di riduzione della popolazione presente in acque marine è risultato di meno di un giorno. Per questo motivo gli Escherichia Coli sono un sintomo nelle acque di una cattiva depurazione e di un inquinamento recente.
Un’acqua potabile non presenta contaminazione da escherichia.
Il limite per la balneabilità delle acque è di 500 unità batteriche MPN/100mL.
Il limite allo scarico di un depuratore è di 5000 unità batteriche MPN/100mL (D.Lgs 152/2006 – Testo Unico Ambientale).
Come limite per lo standard di qualità dell’acque ARPAV consiglia 1000 unità batteriche MPN/100mL, ma non è un limite normativo.
Glifosate
Il Glifosate è un erbicida (composto chimico di sintesi) ad ampio spettro di azione, che viene usato sistematicamente in agricoltura e vivaistica per eliminare le piante infestanti.
Questo pesticida ormai da una decina di danni ha un largo consumo e nei fiumi del Veneto è notevolmente presente insieme al suo composto di degradazione intermedio (AMPA), come riscontrato dai rilievi di ARPAV. Il valore limite di legge per le acque superficiali per il Glifosate è di 0,1 μg/L (microgrammi / litro).
Pfas
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi e impiegati su vasta scala ad esempio in tessuti, tappeti, pelli, schiume antincendio, contenitori per alimenti e detersivi.