Depurazione insufficiente e Pfas onnipresenti: resta preoccupante lo stato di salute del Livenza
Portogruaro, 11 giugno 2025 Comunicato stampa
Depurazione insufficiente e pfas onnipresenti:
resta preoccupante lo stato di salute del Livenza
Legambiente Veneto conferma i dati sugli inquinanti rilevati da Arpav
e chiede un’azione congiunta di Veneto e Friuli Venezia Giulia per la salute del fiume
Con la sua sesta tappa “Operazione fiumi – Esplorare per custodire” approda nel veneziano. La campagna itinerante è realizzata da Legambiente Veneto con il supporto tecnico di Arpav, il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo e con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali. Lo scopo è quello di monitorare lo stato di salute dei fiumi, in questo caso del Livenza, che risulta contaminato da pfas e glifosate, nonché interessato da valori di escherichia coli molto elevati, soprattutto in pianura.
Dal 2021 il Livenza è uno dei corsi d’acqua veneti attenzionato dalla campagna “Operazione fiumi”, che scatta una fotografia puntuale ma non sostitutiva dei monitoraggi ufficiali: si affianca e integra le indagini dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente, che monitora con continuità i corsi d’acqua, restituendo ogni anno un quadro completo dello stato di salute dei bacini idrografici della regione in termini di sostanze inquinanti.
I volontari e le volontarie di Legambiente hanno svolto nel mese di maggio alcuni campionamenti in cinque punti del corso d’acqua – Navolè di Gorgo al Monticano, Motta di Livenza, Colmello Albano, San Stino di Livenza e Caorle – per rilevare presenza di inquinanti quali escherichia coli (batteri fecali), glifosate e pfas. I risultati per quanto riguarda i primi sono già disponibili, mentre saranno divulgati a fine anno i dati raccolti su glifosate e pfas, sui quali però è utile riflettere sulla base della scheda di bacino idrografico stilata da Arpav. Sul fronte del monitoraggio di Legambiente, il rilievo di Escherichia Coli con valori ben oltre le 5000 MPN/100mL nelle tre stazioni di alta pianura (5172 a Navolè, 8664 a Motta di Livenza, 9208 a Motta di Livenza a valle della confluenza del Monticano), indicano un contributo pesante degli scarichi civili, non depurati a sufficienza.
È utile ricordare che il Livenza è un corso d’acqua che corre al confine con la regione Friuli Venezia Giulia e il suo stato di qualità dipende in parte dai contributi che derivano da questo territorio. Pur presentando un decorso sinuoso e non rettificato, quindi dotato di una certa potenzialità ambientale, gli indicatori di tipo biologico, monitorati da Arpav, non raggiungono lo stato buono. Il suo principale affluente in territorio veneto, il fiume Monticano, porta un carico di nutrienti che comporta valori per buona parte solo sufficienti dell’indicatore LIMeco, ma con valori di microinquinanti nei limiti. Diversamente il Livenza non presenta particolari problemi di carico di nutrienti, ma la qualità chimica delle sue acque risulta insufficiente a causa dell’onnipresente Pfos lineare e di pesticidi. In particolare Arpav rileva la presenza di Terbutrina, pesticida il cui utilizzo in Unione Europea è stato revocato nel 2003, ma purtroppo ad oggi ancora presente nelle nostre acque.
“La fotografia che abbiamo scattato sul Livenza fa emergere con chiarezza la necessità di un coordinamento concreto e costante delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, con politiche atte al controllo e limitazione dell’uso di pesticidi, oltre che alla rimozione delle fonti di contaminazione da Pfos lineare, pena il mancato raggiungimento dell’obiettivo di stato di qualità buono, previsto dalla direttiva europea” spiega Giulia Bacchiega, portavoce della campagna “Operazione fiumi” di Legambiente.
Sulle alte rilevazioni dei batteri fecali, e di conseguenza sul tema della depurazione, si esprime Anna Carozzani vicepresidente del circolo Legambiente Veneto Orientale: “Ancora una volta la Livenza denuncia l’inadeguatezza dei sistemi di depurazione nell’alto corso. Gli sforamenti presenti nei campioni, rilevati durante una morbida del fiume, sono indice di una situazione inadeguata del sistema di depurazione e di un ritardo drammatico negli interventi di adeguamento del sistema fognario e di depurazione. Nei dati c’è anche la denuncia di quanto la situazione peggiori subito a valle della confluenza con il Monticano, fiume che, a nostro parere, soffre ancor più della Livenza. Riteniamo sia necessario avviare un percorso di partecipazione che individui gli interventi prioritari, oltre la sicurezza idraulica, per salvaguardare la qualità delle acque e la biodiversità del fiume“.
Il tema dello stato di salute delle acque, tuttavia, per il Livenza come per altri fiumi veneti, non si esaurisce purtroppo con l’analisi dei dati su escherichia coli, glifosate e pfas. Questo corso d’acqua è infatti soggetto a una numerosa presenza di rifiuti, in particolare inerti plastici, come confermato dalla scheda redatta dai volontari di Legambiente sui cinque punti di monitoraggio. Su questo aspetto è intervenuta Sara Pasini, funzionaria dell’Autorità di bacino distretto Alpi Orientali: “L’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, dando seguito a quanto disposto dalla Legge Salva-Mare del 2022, ha avviato il progetto “MISP – MIsure Sperimentali nei corsi d’acqua del distretto Alpi Orientali per la cattura dei rifiuti e delle Plastiche galleggianti”, in collaborazione con Veritas spa e con il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive. Il progetto si propone di attuare una serie di misure sperimentali volte ad approfondire e contrastare la presenza di rifiuti galleggianti nelle acque. In particolare, prevede la posa di tre dispositivi galleggianti “cattura rifiuti” in altrettanti corsi d’acqua del bacino scolante nella Laguna di Venezia e la costruzione di un natante in grado di raccogliere i rifiuti galleggianti nella laguna stessa. Inoltre, il progetto prevede un’attività di studio, tramite dispositivi gps, dei percorsi e delle zone di accumulo dei rifiuti plastici in laguna. Individuare metodi efficaci per la rimozione dei rifiuti nei fiumi, oltre a migliorare la “salute” degli stessi, permetterà anche di prevenire impatti dannosi sugli ambiti lagunari e marini. Infine non è da sottovalutare la connessione tra l’inquinamento da rifiuti e gli eventi estremi, soprattutto in esito all’intensificarsi del cambiamento climatico, in quanto piene più intense e frequenti possono portare ad un incremento dei rifiuti nei fiumi, oltre a rimettere in circolo rifiuti precedentemente accumulati”.
cartella stampa con comunicato, fotografie, video e approfondimenti
Operazione Fiumi 2025 è una campagna di Legambiente Veneto realizzata con il supporto tecnico di ARPAV, con il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo, con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali.
Nel 2025 i corsi d’acqua monitorati sono: Po, Canalbianco, Brenta, Piovego, Brentella, Bacchiglione, Retrone, Fratta Gorzone, Sile, Dese, Livenza, Adige e Piave.
Di seguito le date di restituzione dei dati relativi agli Escherichia coli:
sabato 17 maggio, Po e Canalbianco, Fratta Polesine (RO)
domenica 18 maggio, Brenta, Fontaniva (PD)
giovedì 22 maggio, Bacchiglione e Retrone, Vicenza
sabato 31 maggio, Fratta Gorzone, Cologna Veneta (VR)
sabato 7 giugno, Sile e Dese, Treviso
mercoledì 11 giugno, Livenza, Portogruaro (VE)
sabato 14 giugno, Adige, San Giovanni Lupatoto (VR)
sabato 21 giugno, Piave, Breda di Piave (TV)
Legambiente Veneto APS è un’associazione di volontariato di secondo livello che raggruppa, coordina, aiuta e rappresenta i circoli Legambiente presenti sul territorio regionale.
In particolare il coordinamento ha la finalità di favorire una società basata su un equilibrato rapporto umano-naturale, per un modello di sviluppo fondato sull’uso appropriato delle risorse naturali e umane e per la difesa dei consumatori e dell’ambiente; nonché di contrastare le scelte produttive e di consumo sbagliate perché attentano alla salute umana, perché inquinanti e nocive, perché provocano la distruzione di specie animali e vegetali, perché attentano al paesaggio e al patrimonio storico e culturale.
Tabella di sintesi dei dati raccolti sul Livenza per la campagna “Operazione fiumi”
FIUME | LOCALITÀ – COMUNE | PROV. | Escherichia coli MPN/100ml | T (°C) | pH | CONDUCIBILITÀ uS/cm |
LIVENZA | GORGO AL MONTICANO – NAVOLE’ | VE | 5172 | 14.9°C | 8 | 550 |
LIVENZA | MOTTA DI LIVENZA | VE | 8664 | 16.2°C | 8.07 | 372 |
LIVENZA | COLMELLO ALBANO – MOTTA DI LIVENZA | VE | 9208 | 16.3°C | 7.10 | 159 |
LIVENZA | SAN STINO DI LIVENZA | VE | 657 | 16.4°C | 8.10 | 490 |
LIVENZA | CAORLE | VE | 97 | 17°C | 8.30 | 1180 |
Nota: Si sottolinea che per gli escherichia coli quando si supera il valore indicato da ARPAV di 1000 (MPN/100ml) si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo, con 500 (MPN/100ml) il limite per la balneabilità delle acque, mentre quello consigliato allo scarico deve essere inferiore a 5000 (MPN/100ml). L’acqua potabile non presenta contaminazione da escherichia coli.
Dettagli scheda bacino idrografico fiume Livenza 2024 di Arpav (mappa)*
Nota: SQA-MA = Standard di Qualità Ambientale – Media Annua del PFOS lineare espressi per semplicità di lettura in ng/L. L’SQA-MA è pari a 0,65 ng/L.
* La scheda completa si trova all’interno della cartella stampa digitale
Descrizione sostanze inquinanti
Escherichia Coli
Gli Escherichia Coli sono dei batteri che appartengono alla famiglia Enterobacteriaceae come i Coliformi fecali, ma a differenza di questi vivono in modo predominante nell’intestino umano e forniscono quindi indicazioni certe di contaminazione fecale derivante da scarichi fognari non depurati. Sono molto meno resistenti degli Enterococchi intestinali e il tempo di riduzione della popolazione presente in acque marine è risultato di meno di un giorno. Per questo motivo gli Escherichia Coli sono un sintomo nelle acque di una cattiva depurazione e di un inquinamento recente.
Un’acqua potabile non presenta contaminazione da escherichia.
Il limite per la balneabilità delle acque è di 500 unità batteriche MPN/100mL.
Il limite allo scarico di un depuratore è di 5000 unità batteriche MPN/100mL (D.Lgs 152/2006 – Testo Unico Ambientale).
Come limite per lo standard di qualità dell’acqua ARPAV consiglia 1000 unità batteriche MPN/100mL, ma non è un limite normativo.
Glifosate
Il Glifosate è un erbicida (composto chimico di sintesi) ad ampio spettro di azione, che viene usato sistematicamente in agricoltura e vivaistica per eliminare le piante infestanti.
Questo pesticida ormai da una decina di danni ha un largo consumo e nei fiumi del Veneto è notevolmente presente insieme al suo composto di degradazione intermedio (AMPA), come riscontrato dai rilievi di ARPAV. Il valore limite di legge per le acque superficiali per il Glifosate è di 0,1 μg/L (microgrammi / litro).
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi e impiegati su vasta scala ad esempio in tessuti, tappeti, pelli, schiume antincendio, contenitori per alimenti e detersivi.
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